Lanini 1980
A Firenze la qualità è una cosa seria
A Firenze ci sono tre cose che non puoi toccare: il vino, la Fiorentina e, soprattutto, la carne.
Nella culla del rinascimento, per parlare di carne – bianca o rossa fa poca differenza – bisogna avere grande rispetto, sia del prodotto, che delle tradizioni.
Noi lo abbiamo fatto con Francesco, il leader di Lanini 1980. Leader si, perché vista la passione e l’amore per l’arte macellaia che ci ha trasmesso durante l’intervista, “proprietario” ci sembra riduttivo.
Scopriamo dunque cosa voglia dire essere Lanini 1980, ossia quella che potremmo definire “La capitale della carne a Firenze”.
Siamo nati come semplice polleria nei primissimi anni ‘80, quando mio suocero Piero ha rilevato una bottega da due signori che stavano per andare in pensione; lui fin da ragazzo ha lavorato come garzone nelle pollerie storiche di San Lorenzo.
Per comprarla ha fatto 500 mila lire di debito, un sacco di soldi per l’epoca.
Abbiamo ancora la foto in negozio, non c’erano nemmeno i frigoriferi. Piano piano però è riuscito a farsi un nome, fino a quando tra il ‘95 e il ‘96 sono arrivato io. Venivo dalla scuola alberghiera e ho portato una ventata di entusiasmo e di novità, cambiando un po’ di cose, come per esempio l’introduzione della carne rossa.
Nel 2021 ho quindi rilevato l’attività; ho rinnovato un po’ tutto il negozio, che ora è un open space e mi sono ingrandito; ho preso il laboratorio, ho aggiunto varie lavorazioni e sono anche riuscito ad assumere un paio di ragazzi in più.
È stata una bella soddisfazione.
Non deve essere solamente un luogo in cui si vende della carne. Perché il lavoro in realtà è molto più complesso. Come dico io, noi a volte siamo anche una sorta di psicologi, perché la gente non passa solo per far la spesa, ma viene anche a far due chiacchiere con noi, si beve un caffè e ci racconta le proprie situazioni. Con molti clienti siamo diventati amici e ci vediamo anche al di fuori della macelleria. Forse perché ho insegnato ai miei ragazzi ad avere sempre il sorriso ed essere disponibili con le persone, saperle ascoltare. La gente non viene da noi solo perché la carne è buona, ma perché sa di potersi fidare, sa che gli diamo quello che stanno cercando.
Sicuramente la passione. È la cosa primaria. A noi capita di iniziare a lavorare alle 5 del mattino e di non andare a casa fino a sera, quando si è finito tutto il lavoro.
E poi deve avere l’umiltà di sapere che in questo lavoro non si smette mai di imparare, io stesso dopo quasi 30 anni imparo qualcosa tutti i giorni.
Questa è una cosa che si impara con gli anni e che, come dicevo, non si smette mai di imparare. Ci vuole esperienza e qualche “scappellotto” da parte di chi ti insegna il mestiere ahah.
A Firenze la gente è molto critica e molto precisa sulla qualità. Se il pollo non è bello giallo e la carne non è ben attaccata, vuol dire che non è cresciuto sano e poi, oltre al fatto che il sapore non è lo stesso, va a finire che tutti gli antibiotici e i mangimi OGM che ha mangiato lui te li mangi tu. Se un prodotto è buono lo capisci guardandolo, toccandolo e annusandolo. Però come dicevo ci vuole tanta esperienza.
Al primo posto metterei il contatto con le persone. Poi a me, personalmente, piace molto il fatto di essere certo di avere un negozio sempre in ordine, pulito e con il banco preparato. Amo la mia bottega, perché si, sono felice di andare in ferie quando posso, ma sono anche felicissimo di tornare al lavoro.
Noi abbiamo una grande responsabilità, perché diamo da mangiare alle persone; alcuni dei ragazzi che vengono a comprare la carne ora li ho visti quando ancora erano nel passeggino. In un certo senso li ho fatti crescere io con i miei prodotti.
C’è affetto e quindi ci vuole molto rispetto.
Me ne ha date tante, dal vedere la gente che continua a tornare dopo molti anni, perché dice che abbiamo la “ciccia” più buona del mondo e che gli facciamo fare bella figura, ad avere clienti che sono diventati veri amici. Prima del Covid abbiamo vinto il premio come bottega più amata di Firenze. Amo il fatto che i miei ragazzi mi chiamino per sapere come sto pure quando sono in ferie, perché siamo riusciti a creare un rapporto familiare. Lavoriamo duro, senza risparmiarci, ma sempre in un ambiente sereno. Ho un dipendente che è con noi dal 2001, un altro ragazzo ha vinto il campionato italiano di macelleria. Io stesso sono stato dipendente e mio suocero non mi ha mai fatto mancare nulla, quindi voglio fare lo stesso con i miei ragazzi. Sono molto orgoglioso di loro.
E poi, me lo lasci dire, è una questione d’onore l’esser riuscito a portare avanti quello che mio suocero ha creato con tanti sacrifici.
Come le dicevo, alcuni dei miei attuali clienti li ho visti la prima volta che nemmeno camminavano. Siamo riusciti a creare un bel rapporto perché siamo disponibili, chiacchieriamo, scherziamo con i nostri clienti. La parlata nel nostro lavoro è fondamentale, perché devi ascoltare la gente, devi dargli ciò che vuole.
Io mangio solo carne bianca, quindi, tra il lavoro e il piatto in tavolo, ne ho provati davvero tanti e così non ce n’è. Il pollo di Club dei Galli è genuino e quando lo mangi non si stacca la carne, è un gran pollo con un ottimo gusto. Puoi farlo in tutti i modi sia al forno che in padella ed è sempre ottimo.
Anche qui, come prima cosa direi il rapporto umano: il rappresentante di zona ci è sempre vicino, è sempre pronto a darci ottimi consigli. Inoltre, facendo numeri importanti riusciamo ad avere sconti che ci permettono di abbassare il prezzo al pubblico, perché è giusto così. Ma soprattutto la vittoria più grande è arrivata con la qualità del prodotto, che è eccezionale. La gente è soddisfatta e ritorna ogni volta. Non cambierei mai.
Il taglio da un Kg e 200 grammi e quello da un Kg e 600 grammi. Noi poi prendiamo anche tanti bustoni, dai quali facciamo i nostri petti, le cosce, gli spezzati e tutte le nostre preparazioni.
Potrò forse essere banale, ma nella nostra boutique vedono cosa comprano, ne possono conoscere la provenienza.
Prova a chiedere informazioni al supermercato, quasi nemmeno ti rispondono. Da noi è fondamentale seguire il cliente nella sua scelta, gli diamo disponibilità totale.
Nella mia macelleria, nei miei frigo, non entra nulla che io non mangerei o non darei ai miei figli. A me non interessa se una persona entra per spendere 2 euro o 200. Devono tutti essere trattati con gentilezza e rispetto.
Beh una galantina alla vecchia, proprio come la faccio io, con pistacchi, cotto, lombo di maiale e salsa verde o maionese.
Che poi poco importa quello che c’è dentro, serve solo a esaltare il sapore. Se il pollo è buono, è lui che fa la differenza.
Genuino come prima cosa. Alla portata di tutti. E poi le dico buono. Buono, buono, buono! Nient’altro, solo cose positive.